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Termine | Definizione |
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Cordonatura |
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Operazione che prepara la successiva piegatura. La sua funzione consiste nell’indebolire il cartone lungo linee ben definite. Viene effettuata da una sottile lama di acciaio e da una scanalatura intagliata con precisione nella matrice. |
Cellophanatura |
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La cellophanatura con film termoretraibile è una tecnica per confezionare i prodotti, ovvero consiste nell’applicare una pellicola trasparente - il cellophan appunto - in modo da rendere il prodotto "protetto e sigillato" ed è possibile confezionare svariate tipologie di prodotto, in diverse forme o dimensioni. La pellicola trasparente che viene utilizzata attraverso questa lavorazione è completamente atossica, e viene applicata in modo automatizzato con macchinari specifici, rivestendo completamente le varie tipologie di prodotto. |
Cartone ondulato |
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Il cartone ondulato è, a differenza di altri materiali espansi e derivati plastici, risulta riciclabile e biodegradabile al 100%. Le copertine che lo compongono - costituite da due o più superfici di carta tesa o piana legate insieme da collanti naturali derivati da amido di mais o fecola - racchiudono tra di loro le carte ondulate che conferiscono stabilità e resistenza. Poiché l’altezza dell’onda può variare da 1,5 mm a 5 mm, si possono avere combinazioni diverse che portano a spessori finali di cartone da 1,5 a 15 mm. Oltre allo spessore, per determinare una minor o maggiore resistenza è fondamentale la qualità delle carte impiegate e la loro grammatura. Trasformato in imballaggio finito, il cartone ondulato diventa un contenitore robusto, versatile, ideale per raggruppare, trasportare e proteggere. Tipologie di cartone ondulato: _ Cartone semplice: costituito da una sola onda, A-alta, B-bassa, microonda o onda E, fra due copertine stese. _ Cartone doppio: (talvolta impropriamente detto TRIPLO) formato da due onde (ondulazioni combinate alta-bassa, bassa-micron) e 3 carte stese. _ Cartone triplo: con tre onde-ondulazioni e tre o 4 carte stese, destinato a impieghi specifici che richiedono un’altissima resistenza. Nella fabbricazione del cartone ondulato e/o accoppiato è previsto l’impiego di carte per copertina e di carte da onda. Le loro caratteristiche e la loro composizione fibrosa possono conferire al prodotto cartotecnico diverse proprietà di resistenza e/o barriera all’umidità e di alimentarietà. Le copertine normalmente utilizzate possono essere di cartone trattato, contro l’umidità, o di cartone vegetale, utilizzato per fabbricare contenitori di alimenti. L’accoppiato di per sé, può essere correttamente considerato sia un prodotto sia una materia prima. È un prodotto quando, attraverso lo studio delle prestazioni e l’impiego di specifiche materie prime, viene realizzato un accoppiato unendo più carte di diversa origine, natura e aspetto superficiale. È materia prima quando, una volta realizzato, il cartone ondulato presenta le caratteristiche fisico-meccaniche e fisico-chimiche capaci di soddisfare le esigenze di resistenza e prestazione di un imballaggio. Il prodotto accoppiato, pertanto, ha un’identità propria che lo rende capace di assolvere ai compiti per cui è stato realizzato. La resistenza di un accoppiato è determinata da: _ tipo di onda: il tipo ideale deve scaturire da esigenze ben precise, individuate dopo un’attenta analisi dei prodotti cartotecnici da fabbricare; _ spessore dell’accoppiato: è il principale elemento che determina la resistenza (maggiore è lo spessore, maggiore è la resistenza dell’accoppiato). Ma non solo: maggiore è lo spessore, maggiori sono anche le imprecisioni-variazioni nella finitura (fustellatura e incollatura) del prodotto; _ qualità delle carte utilizzate nella sua realizzazione. Oltre alla resistenza di per sé, ne determinano anche la stabilità nel tempo e negli ambienti. L’accoppiato di cui ci occupiamo può essere di due tipi: _ A una solo onda. L’accoppiato a una sola onda identifica un prodotto, realizzato utilizzando una sola onda disposta tra due copertine. Nel settore cartotecnico l’accoppiato a una sola onda trova impiego nell’80% circa delle applicazioni. Di questo tipo fanno parte l’onda bassa “Tipo B” adatta ad esempio per contenitori e scatole come per esempio elettromestici, onda “Tipo E” per scatole ed astucci per piccoli elettromestici e prodotti per la detergenza, onda “Tipo F” per astucci per vini e liquori, onda “Tipo G” per astucci per prodotti alla persona, onda “Tipo N” per astucci per farmaci e cosmesi. _ A due onde. L’accoppiato a due onde è realizzato partendo da un foglio di ondulato, che viene accoppiato a foglio. Questa configurazione consente di realizzare un prodotto con caratteristiche di resistenza elevata e tipica dei box-pallet e/o espositori. |
Cartoncino rigido non imbianchito (SUB/SUS) |
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Questo tipo di cartoncino si ottiene tipicamente da pura pasta chimica non imbianchita, con due o tre strati di rivestimento sulla superficie stampabile. In alcuni casi il retro ha superficie bianca. È utilizzato soprattutto per la produzione di contenitori per bevande, come bottiglie e cartoni, in quanto è molto resistente e può essere impermeabilizzato, un elemento fondamentale nel corso del processo di confezionamento dei prodotti. È utilizzato anche per tutta quella serie di tipologie di imballaggi in cui occorre un materiale resistente. Nella categoria SUS rientrano i cartoncini retro “kraft” ad alta resistenza meccanica e alla lacerazione (in tedesco "kraft" significa "forza"), impiegati soprattutto nel settore del multipackaging di bottiglie e conosciuti anche come “carrier board”, spesso impiegati in versione resistente all’umidità (wet strenght) per conservare le loro caratteristiche meccaniche, in particolar modo alla lacerazione, perchè sono molto resistente alla trazione e allo strappo, e per l'imballaggio di quei materiali che devono essere protetti dall'umidità. |
Cartoncino rigido imbianchito (SBB/SBS/GZ) |
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I cartoncini SBS sono i migliori dal punto di vista qualitativo - noti come “pura fibra di cellulosa” - trovano impiego negli astucci nei campi quali cosmetica, profumeria, confezionamento di sigarette, di alcuni alimenti surgelati ad alto contenuto di acqua (opportunamente accoppiati per estrusione ai film di polietilene) e in diverse applicazioni ove sono richieste particolari prestazioni fisicomeccaniche. Il cartoncino è costituito da una copertina con una doppia o tripla patinatura, da una pasta in cellulosa sbianchita ed infine il retro è una cellulosa chimica sbianchita con uno o due strati di patina. |
Cartoncino politenato |
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Il cartoncino politenato è costituito da un cartoncino coestruso sul retro con un film Polietilene PE, che fa da barriera funzionale per gli alimenti. Possiede elevata impermeabilità all'acqua e al vapore d'acqua, resistenza ai grassi, ai solventi. Viene spesso utilizzato per i packaging alimentari primari. |
Cartoncino con centro grigio (WLC/GD/UD) |
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Questo tipo di cartoncino è realizzato con una maggioranza di fibre riciclate. E’ il tipo di cartone maggiormente utilizzato nel packaging. È prodotto in un numero variabile di strati, ognuno dei quali è composto da tipi selezionati di materie prime. Tipicamente, possiede due o tre strati di rivestimento sulla superficie stampabile e uno strato sul retro. Il retro può essere bianchissimo, bianco o grigio. Il livello qualitativo è piuttosto basso e quindi poco adatti alla realizzazione di stampe sofisticate. È utilizzato in un'ampia gamma di applicazioni, come il cibo refrigerato o surgelato, i cereali per la prima colazione, le scarpe, i tessuti, i giocattoli e molto altro ancora. |
Cartoncino alto spessore (FBB/GC/UC) |
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In Italia i cartoncini più usati per la fabbricazione di astucci di fascia medio/alta sono i FBB (Folding Box Board), noti come alto spessore, che si dividono in GC1,, il quale è costituito da una copertina con una doppia patinatura, seguita da cellulosa sbianchita, da una pasta in legno meccanica ed infine il retro è una cellulosa chimica sbianchita con uno strato di patina. Un cartoncino leggermente inferiore è il GC2, il quale è costituito da una copertina con una doppia patinatura, seguita da cellulosa sbianchita, da una pasta in legno meccanica ed infine il retro è una cellulosa chimica sbianchita, in questo caso senza lo strato di patina (che lo differenzia dal GC1). |
Cartonato svizzero |
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Il cartonato svizzero prevede che il blocco libro, con o senza unghia, sia incollato sul dorso, rinforzato con garza e rifinito con una carta che può ricoprire il solo dorso o l’intero blocco, o tela. Il fissaggio alla copertina cartonata, a differenza della brossura e del cartonato classici, avviene soltanto sulla superficie inferiore del blocco libro, lasciando completamente libera la seconda di coperta e il dorsino, che possono così aprirsi completamente poggiando sul piano di appoggio del libro. Ciò consente anche alle pagine interne di aprirsi più agevolmente, quasi in piano. Ovviamente nel caso del cartonato svizzero il blocco libro verrà incollato soltanto al risguardo posteriore, interamente o parzialmente nella parte più prossima al dorso, lasciando libero sia il primo quadrante che il dorsino, entrambi rivestiti all’interno per fini estetici, che anche in questo caso potranno aprirsi e disporsi orizzontalmente nella consultazione del volume. |
Cartonato |
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Il libro con copertina cartonata o rigida (hardcover) è una rilegatura che prevede l’applicazione di una plancia su di un cartone rigido. La copertina del libro è costruita a partire da un’anima di cartone rigido rivestito il cui spessore ha un valore variabile variabile da 1 a 5 mm o più, a seconda della consistenza che si intende dare alla copertina e a seconda delle dimensioni del volume. La cartella, come viene chiamato in legatoria il cartone rivestito destinato a fare da copertina, è divisa solitamente in tre pezzi, copertina, dorso e retrocopertina. La plancia in questione, che può essere in carta patinata, naturale, di pregio o con materiali preziosi, come la pelle, è più grande del formato finale di copertina poiché deve ricoprire perfettamente tutto il cartone. |
Carta uso mano o naturale |
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Le carte non patinate, altrimenti detta naturale o usomano, viene prodotta senza alcun rivestimento superficiale, sono supporti da stampa macroporosi. L’inchiostro rimane in superficie, ma la velocità di essiccazione viene notevolmente ridotta ed il grafismo, essendo il pigmento in buona parte assorbito, risulta a risultare meno brillante. Le carte naturali possono subire dei trattamenti diversi trattamenti superficiali che ne migliorano la stampabilità, tra cui: _ Carta lisciata dove si intende lo schiacciamento ottenuto con la pressione tra due rulli dello stesso materiale, generalmente acciaio, che ne livellano le asperità. Questa operazione migliora il contatto tra forma e carta e quindi il trasferimento dell’inchiostro, ma a volte può compromettere l’uniformità di assorbimento del foglio se la carta non è stata formata in modo omogeneo. _ Carta marcata a feltro si ottiene stendendo i fogli ancora bagnati su tappeti di feltro, in modo da riprodurne il disegno e le irregolarità. In fase di produzione queste carte vengono sottoposte al passaggio tra due rulli rivestiti da appositi feltri che imprimono la texture. La finitura superficiale in bassorilievo è realizzata all’uscita della stessa, quando l’impasto è ancora acquoso (60% acqua). La marcatura può essere fatta su un lato o su entrambi, e diminuisce al diminuire della grammatura. Viene spesso utilizzata in editoria perché al tatto dà una sensazione di “materialità” e porosità che altre carte non danno. La carta marcata a feltro ha un'ottima rigidità e una buona resistenza alla piegatura e alla cordonatura, buona solidità alla luce ed elevata collatura superficiale. È particolarmente adatta per realizzare cataloghi, calendari, copertine, biglietti o partecipazioni, carte da lettera, edizioni o monografie. _ Carta vergata che si ottiene attraverso il processo di vergatura e presenta caratteristiche di particolare grana della superficie e inalterabilità dei colori alla luce. La superficie è stata trattata con un rullo ballerino coperto da linee parallele a distanze uniforme (le linee impresse sono, in realtà, delle filigranature). La vergatura conferisce al prodotto un tocco di classe e ricercatezza. Tramite questo processo la carta mostra in trasparenza una rigatura più o meno fitta. La carta vergata è particolarmente adatta per le edizioni di pregio, la grafica pubblicitaria, gli usi cartotecnici e di legatoria come il rivestimento di scatole e la stampa di cartelline ed etichette, il disegno e il collage. _ Carta goffrata è invece un prodotto che ha subito un’operazione di goffratura, ovvero una impressione sulla carta di un disegno decorativo in rilievo. La goffratura è realizzata facendo passare il foglio o il nastro continuo attraverso la luce di appositi cilindri in una calandra goffratrice. Il cilindro superiore è di acciaio inciso con il disegno desiderato, mentre il cilindro contrapposto è costituito da materiale fibroso comprimibile. L’operazione viene realizzata a secco, una volta che la carta è già stata prodotta e si possono ottenere carte monogoffrate su un solo lato, o goffrate da entrambi i lati. _ Carta martellata: carta la cui superficie è incisa da sottilissime battuta irregolari |
Carta sintetica |
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Carte prodotte con materiali sintetici invece che naturali, come ad esempio il Tyvek®. |
Carta riciclata |
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E’ la carta che proviene dalla carta di macero, ossia da quelle fibre buone che si riescono a recuperare durante il riciclaggio. Il riciclaggio riduce la quantità di rifiuti da trattare, i relativi costi di stoccaggio, lo spreco di spazio da destinare allo stoccaggio medesimo, l’inquinamento da incenerimento e, ovviamente il consumo di alberi vivi. E dal punto di vista economico, il riciclaggio è sicuramente meno oneroso dell’incenerimento. Il vantaggio più evidente della carta riciclata rispetto a quella vergine risiede negli impatti evitati relativi al taglio di legno vergine da foresta per produrre polpa ed alle conseguenti operazioni di raccolta, trasporto e lavorazioni preliminari. In un’ottica più ampia bisogna anche considerare che il taglio di nuovi alberi genera, in ogni caso, impatti a valle nella catena produttiva, sia che la foresta sia gestita in modo sostenibile L’utilizzo di fibre di cellulosa da carta riciclata permette di ottenere importanti vantaggi in termini di impatto ambientale (riduzione dell’uso di materie prime, dei consumi elettrici ed idrici, delle emissioni legate alla produzione di fibra vergine, dei quantitativi di materiali conferiti in discarica). Il processo per la produzione della carta riciclata è molto simile a quello della carta normale, la differenza risiede nella fase iniziale: la carta da macero deve essere infatti lavorata per eliminare dalle fibre i residui di altri materiali (come inchiostro, plastica, colla) prima di poterla riutilizzare. La carta da macero viene ridotta in poltiglia e filtrata, in modo tale da ripulirla dall’inchiostro stampato. La fibra riciclata potrebbe necessitare anche di una percentuale variabile di fibra vergine per mantenere le caratteristiche della carta di consumo. Successivamente avviene il processo di sbiancamento, come per la produzione di carta vergine; per sbiancare la carta riciclata si utilizzano però quantità nettamente inferiori di composti chimici rispetto a quelli necessari per la carta non riciclata. La carta riciclata può essere prodotta con materie prime post-consumer, derivate da fogli di carta stampata ed in seguito disinchiostrata, o pre-consumer, derivate da fogli di carta non stampata (ad es rifili di cartiera). Solo nel primo caso si può parlare di carta realmente riciclata.In commercio è anche possibile trovare questo tipo di carta prodotta al 100% con materiale post-consumer oppure contenente fino al 40% di fibra vergine (meglio se certificata dall’ente FSC). Esiste inoltre la carta riciclata denominata “originale” o “ecologica”, per la cui produzione vengono utilizzate al 100% fibre di recupero e non viene sottoposta a nessun processo di sbiancamento o decolorazione. |
Carta politenata |
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La carta politenata è costituito da un supporto di pura cellulosa coestruso sul retro con un film Polietilene PE, che fa da barriera funzionale per gli alimenti. Possiede elevata impermeabilità all'acqua e al vapore d'acqua, resistenza ai grassi, ai solventi. Viene spesso utilizzata come carta da impacco. |
Carta patinata |
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Le carte patinate, a loro volta, possono presentare tre gradi di trattamento:
_ Patinate lucide (gloss): sono interessanti in quanto, mancando l’effetto di diffusione della luce, mantengono alto il contrasto ottico nei neri e le saturazioni dei colori.
_ Patinate opache (matt): si ottengono usando pigmenti di diversa struttura che pur mantenendo elevati livelli d’evidenziabilità d’immagine evitano il fastidioso riflesso lucido.
_ Patinate satinate, ovvero una carta patinata con un lato lasciato ruvido e l’altro reso liscio e lucido tramite un processo di asciugatura a contatto con un grande cilindro lucidato e riscaldato. |