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Volume “Brownfield” - Fermo Editore

Fermo Editore

Volume di Pregio

La Fermo Editore, casa editrice che mette al centro del suo operare gli autori stessi per realizzare libri che oltre a raccontare hanno il prestigioso compito di stupire.

Il progetto “Brownfield” del fotografo Stefano Brianti è un reportage fotografico nel passato dell’ex fabbrica Bormioli.
Per realizzare questo volume ci siamo messi in viaggio anche noi, alla ricerca della lamina in piombo perfetta: fredda, dura e allo stesso malleabile. Un bianco e nero in quadricromia capace di rendere, attraverso le pagine, l’energia palpabile ancora oggi in quegli ambienti.

Il Progetto

Libro finalizzato alla custodia della memoria storica e sociale di un luogo di lavoro (ex fabbrica Bormioli) e degli uomini che operavano al suo interno, quella memoria che oggi troppo spesso si tende a non conservare.

«Volumi immensi e deserti; svuotati di ogni funzione. Solo l’energia era ancora palpabile: l’energia del fuoco, della fatica, l’energia della macchina che domina sull’uomo. Un non-luogo dove ogni angolo, ogni cosa che trovavo lungo il mio cammino raccontava una storia; o meglio due: quella della Macchina, ventre creatore, e quella dell’Uomo, comunità organizzata presente al solo scopo di far funzionare al meglio la Macchina, ma capace di lasciare un segno ben più indelebile della Macchina che doveva controllare. Decisi allora che avrei dovuto perdermi per seguire le tracce di quelle storie; fu così che il mio viaggio lì dentro durò due mesi» così il fotografo Stefano Brianti racconta la sua esperienza.

Come è stato realizzato il volume

Come nel suo stile, la Fermo Editore ha scelto per questo lavoro materiali che trasmettono forti emozioni visive e tattili fin dal primo impatto e Arti Grafiche Castello® l’ha plasmato: dopo mesi di ricerca e sviluppo e prove sul supporto più idoneo, la copertina in piombo sbalzata, dall’aspetto freddo e duro, ma in realtà malleabile, ha chiaro riferimento alla fabbrica, è una specie di porta che racchiude e si apre sull’esperienza sensoriale e visiva del forte segno fotografico delle 128 facciate in carta uso mano, di nervatura importante, sottilmente polverosa per la presenza dell’invisibile velo d’amido, raccolte in filo refe nero a vista in addizione di colla trasparente.