Edizione “Mattioli/Caravaggio. The lightful fruit” - Fondazione Mattioli
Fondazione Mattioli
“Questa iniziativa si confronta con il passato, ma con lo sguardo contraddittorio, lucido e nevrotico dell’uomo di oggi, rendendo più scoperta la volontà di “mostrare” le istanze contemporanee di Carlo Mattioli”.
– Anna Zaniboni Mattioli
Il Progetto
Due artisti di epoche diverse posti l’uno di fronte all’altro, in un viaggio tra il passato e la contemporaneità.
Questi sono i temi legati alla mostra “MATTIOLI/CARAVAGGIO. The lightful fruit”, che si terrà sino al 3 luglio 2022, nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Venti dipinti a olio di Carlo Mattioli che raccontano il suo processo creativo, attraverso il profondo dialogo con una delle opere più celebri di Caravaggio “Canestra di frutta”, rivisitata in chiave contemporanea.
L‘esposizione è stata ideata ed organizzata dalla Fondazione Carlo Mattioli di Parma.
La Fondazione Mattioli
Carlo Mattioli nasce l’8 maggio 1911 a Modena, da una famiglia di artisti. Diplomato all’Istituto di Belle Arti di Parma, inizia subito a insegnare, in Istria, ad Arezzo, a Parma, all’Accademia di Firenze e, infine, a Bologna. Mattioli coltiva la sua passione per l’arte antica, rimanendo però aggiornato sugli sviluppi dell’arte contemporanea. Inizia la sua carriera di pittore nel 1938, aprendo un proprio studio in via S. Nicolò a Parma.
La sua prima fase pittorica si contraddistingue dai ritratti, con protagoniste la moglie Lina, a seguire la figlia Marcella ed infine la nipote Anna Zaniboni Mattioli, ora rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Fondazione a lui dedicata. Dal 1967 la sua attenzione si sposta sulla natura morta, soffermandosi particolarmente sull’analisi dell’opera “Canestra di frutta” del Caravaggio. Verso gli anni 70 si dedicò alla pittura di paesaggio.
Nel corso della sua vita ha esposto in molti luoghi d’Italia, tra cui Ferrara, Venezia e Firenze, ma partecipò anche a numerose esposizioni all’estero, negli Stati Uniti ed in Spagna. Morì il 12 luglio 1994 a Parma.
Mattioli ha ricevuto molti riconoscimenti, fu nominato membro dell’Accademia Clementina, dell’Accademia Nazionale di S. Luca e dell’Accademia delle Arti del Disegno.
La Fondazione Mattioli nasce nel 2018 per volontà della famiglia, con lo scopo di promuovere e diffondere la memoria e le opere dell’artista.
Come abbiamo realizzato l’edizione
L'edizione associata alla mostra è realizzata in modo volutamente atipico rispetto alle pubblicazioni che solitamente accompagnano gli eventi su artisti di questa portata.
Un modo completamente nuovo di presentare l'arte, un misto tra materico ed industriale che ben si presta allo stile di Mattioli e alla volontà della Fondazione di avvicinarlo e renderlo fruibile ai contemporanei.
L'edizione si compone di una cartella cartonata, rivestita con preziosa carta marcata avoriata che richiama la tela, su cui è serigrafato in colore nero un particolare dello studio sulla canestra del Caravaggio, con un risultato molto realistico, quasi a tenere tra le mani l'originale di Mattioli.
All'interno si trovano due tasche: in una tasca sono raccolte le immagini con resa fotografica del laboratorio di Mattioli, in cui a distanza di quasi trent'anni dalla sua scomparsa si trova ancora tutto così come lo lasciò; nell'altra tasca è contenuto il libro: copertina in tonso grezzo, con il medesimo particolare della cartella, quasi a ricreare un negativo dell'opera sul frontespizio; rilegatura con colla bicomponente, con applicata garza di protezione sul dorso, colorato in nero per ritornare ancora una volta al richiamo tra delicato ed industriale del titolo, "The lightful fruit" e <<giocare sulla doppia visione e percezione della luce che illumina il cestino di frutta ma attraverso il filtro della delicatezza (de-light), quasi fosse uno spazio intimo, chiuso e raccolto.>>
L’apertura del libro è a 180° per permettere di riportare le opere sull’intero spazio delle facciate accostate, senza le pieghe di altre tipologie di rilegature, avvicinandosi alle dimensioni reali e trasmettendo l’emozione del dipinto, come se lo spettatore fosse lì dal vivo a guardare, una totale immersione nell’opera d’arte per prendere conoscenza di ogni pennellata e portare per sempre con sé l'esperienza e le emozioni della mostra visitata. Per lo stesso motivo la carta è naturale, porosa, emozionale, i colori caldi, contrastati, fedeli allo stile di Mattioli e all’atmosfera di esposizione delle opere.
L'edizione è disruptive e precorritrice di uno stile, è studiata, razionale, solo apparentemente istintiva ed immediata, invece frutto di molta ricerca, così come il Mattioli in tutta la sua opera artistica.